La Nuova Tecnosac di Morazzone rifornisce le aziende di tutto il Varesotto, ma quando hanno iniziato avevano solo una saldatrice, un estrusore e la loro forza di volontà

Cristiano ha iniziato a lavorare quando aveva 25 anni. Una saldatrice, un estrusore e un piccolo capannone alle porte di Varese era tutto quello che aveva. Il di più è stata la sua forza di volontà e i sacrifici della sua famiglia. Oggi la Nuova Tecnosac da lavoro a nove dipendenti e produce milioni di sacchetti in plastica ogni mese, che da Morazzone  prendono la strada delle tante piccole e medie aziende della provincia.

Cristiano quando è nata la vostra azienda?

La Nuova Tecnosac è nata nel 1996, dopo che, con l’aiuto dei miei genitori, abbiamo rilevato una precedente azienda che si chiamava Tecnosac.

Cosa producete?
Produciamo bobine e sacchetti in materiali plastici, in polietilene, polipropilene, adatti a contenere i più svariati prodotti, da quelli alimentari ai prodotti elettronici, inoltre grazie anche alla collaborazione con alcune officine della zona siamo in grado di progettare e produrre dei sacchetti speciali su richiesta dei clienti

Chi sono i vostri clienti?
Principalmente le aziende. Diciamo che, in percentuale il nostro mercato si divide per il 95% in Italia e il restante all’estero. Ma il prossimo passo sarà sicuramente quello di sviluppare la nostra rete all’estero, anche se la concorrenza di paesi come la Romania, piuttosto che la Polonia, è molto forte.

Cos’è cambiato nel modo di produrre sacchetti da quando avete iniziato?
Sicuramente è cambiata la capacità produttiva, oggi molto più elevata rispetto a vent’anni fa.
I macchinari odierni hanno quasi triplicato la produzione che avevamo agli inizi.
A pieno regime produciamo circa mille kg di sacchetti trasformati che equivalgono, a seconda del formato, a migliaia o a milioni di sacchetti al giorno. Per il resto il sacchetto di allora è uguale a quello di oggi.

Quanti lavoratori conta la sua impresa?
Attualmente siamo in nove e contiamo, nel prossimo anno, di incrementare il personale.

Quindi la crisi non ha inciso troppo sulla vostra attività? Avete risentito della stretta creditizia delle banche?
Diciamo che la ripresa c’è, ma è ancora troppo leggera. Fortunatamente gli istituti bancari con cui lavoriamo sono sempre pronti a supportarci negli eventuali progetti che vogliamo intraprendere e quindi, per quanto ci riguarda, non abbiamo risentito di questo fattore.

Senta, se tornasse indietro, sceglierebbe ancora Morazzone come sede della sua attività? 
A Morazzone ci troviamo bene, anche se la crescita che abbiamo avuto negli ultimi anni ci sta facendo valutare l’opportunità di ingrandirci e quindi di spostarci. Questa è una zona ben servita e sicuramente è meglio rispetto a Varese dove abbiamo iniziato la nostra attività. Oggi per me, la sede della azienda, deve essere soprattutto comoda e vicino a casa.

Perché?
Perché qui si lavora fino alle dieci di sera e, nel caso ci fosse un problema, devo poter essere qui in poco tempo.

Se dovesse individuare due punti forti della Nuova Tecnosac quali sceglierebbe? 
Sicuramente la certificazione Iso 9001 e poi il nostro modo di lavorare, la nostra flessibilità, il fatto di essere diventati parte integrante dell’azienda con cui collaboriamo.

Cioé?
Sostanzialmente ci sentiamo un distaccamento dei nostri clienti. Noi gli forniamo una sorta di “magazzino” a cui, per un discorso economico e di costi, loro hanno rinunciato. Il fatto di trovare un fornitore come Nuova Tecnosac, che in poco tempo ti consegna i sacchetti, è molto importante.

Avete un sito internet ben fatto, quanto incide nella vostra attività?
Il sito internet è molto importante e per i clienti rappresenta una vetrina che permette di conoscere e di immaginare l’azienda. Poi, secondo me, un tassello importante è stato l’ingresso di mia sorella in azienda che cura tutta la parte commerciale, oggi molto avanzata rispetto agli inizi.

Com’erano gli inizi?

A Varese, io mio padre e mia madre in un laboratorio di 200 metri quadri dove avevamo anche un cucinino dove si mangiava a turni mentre si lavorava. La maggior parte del nostro tempo lo passavamo in azienda, iniziavamo a lavorare alle sette della mattina e staccavamo alle undici della sera. I miei genitori lavoravano in due e portavano a casa uno stipendio solo, stipendio che per le ore lavorate non era neanche paragonabile a quello di un dipendente e in più la sera arrivava anche mia moglie a dare il suo contributo.. tutto questo ci ha permesso di crescere in fretta. In quindici anni siamo passati da una piccola realtà famigliare di tre persone a quello che siamo oggi grazie appunto ai sacrifici fatti e soprattutto all’esperienza e il contributo di mio padre che è ancora oggi fondamentale in azienda.

Senta, ci può raccontare una soddisfazione lavorativa?
Un importante azienda multinazionale alimentare aveva bisogno di creare un nuovo gadget , sacchetti da freezer per poter fare ghiaccioli con la propria bibita. Nessuno dei fornitori da loro interpellati in Europa era in grado di fornirglielo, abbiamo quindi progettato e costruito un apposito accessorio per poterli produrre evadendo una produzione di milioni di pezzi.

Cosa si aspetta dal futuro?

Come imprenditore mi aspetto innanzitutto una minore tassazione e un maggiore aiuto da parte del Governo soprattutto per chi come noi è rimasto a produrre in Italia.